Quesiti e soluzioni per l’incontinenza fecale: se ne è parlato al I interregionale SICCR a Treviso

Il 20 Giugno si è tenuto presso l’Ospedale Regionale di Treviso il 1° Congresso Interregionale SICCR Veneto-Friuli Venezia Giulia sulle “Novità diagnostiche-terapeutiche nell’incontinenza fecale” organizzato dai rappresentanti regionali Dr. Giulio Aniello Santoro e Dr. Alessandro Delbello. Questo incontro monotematico ha coinvolto specialisti di vari settori, da quello chirurgico al gastroenterologico al fisioterapico. L’approccio multidisciplinare nell’incontinenza fecale è infatti di fondamentale importanza per cercare di ottimizzare al meglio la gestione di questa patologia sommersa e spesso misconosciuta e sottostimata, ma di notevole rilievo socio-economico.
Nel suo intervento il Prof. Pucciani ha evidenziato la multifattorialità della patologia, sottolineando l’importanza delle caratteristiche sintomatologiche che permettono di delineare il tipo di disfunzione muscolare e/o sensoriale alla base della patologia. Diversi sono gli score numerici proposti in letteratura per definire la severità del disturbo, ma, nonostante alcuni di questi siano estremamente dettagliati e complessi, non vi è ancora una classificazione semplice, ma nel contempo esauriente, unanimemente accettata. Le indagini strumentali finora utilizzate come la manometria anorettale e l’elettromiografia, riportate dalla Dott.ssa Masin, sono state affiancate da nuove metodiche come l’ecografia endoanale che è diventata uno strumento indispensabile per la definizione del tipo di lesione muscolare dell’apparato sfinteriale, così come ha esposto il Dott. Santoro. La ricostruzione tridimensionale delle immagini del canale anale permette una precisa identificazione della presenza o meno di danni sfinteriali, sia di origine traumatica, come nel post-partum, che iatrogena, e consentono di rendere l’approccio terapeutico successivo idoneo al tipo di incontinenza. Dal punto di vista chirurgico, come spiegato dal Dott. Trompetto, varie sono le metodiche a disposizione (riparazione sfinteriale diretta, graciloplastica elettrostimolata, sfintere artificiale, procedura di Malone) ognuna delle quali con limiti e percentuali di successo non sempre duraturi nel tempo. La vera innovazione per la terapia dell’incontinenza fecale idiopatica è senza dubbio rappresentata dalla neuromodulazione sacrale che, come riportato dal Prof. Infantino, pur con meccanismi non ancora del tutto chiariti, può agire sulla dinamica colica ed anorettale, portando ad un notevole miglioramento della sintomatologia nei casi appropriatamente selezionati. Il Dott. Melega ha illustrato i nuovi approcci terapeutici in caso di alterazione dello sfintere anale interno.
La radiofrequenza (SECCA) è in grado di modificare il collagene della sottomucosa del canale anale in un arco di tempo di 12 mesi, mentre più pratiche risultano le iniezioni dei cosiddetti agenti volumizzanti (“bulking agents”) possibilmente in sede endoanale sotto controllo ecografico. L’ultimo tema trattato è stata la terapia riabilitativa presentata dalla Dott.ssa Soncin, la quale ha illustrato le varie metodiche utilizzate: chinesiterapia, elettrostimolazione e biofeedback.
L’approccio riabilitativo è oramai parte integrante dell’algoritmo terapeutico dell’incontinenza fecale, sia associato a terapia medica, che coadiuvante dell’approccio chirurgico.
Particolarmente animata è stata la discussione finale, ben moderata dal Prof.Delaini e dal Dr.Tegon, che ha concluso questo interessante congresso che ha raggiunto il suo obiettivo di fare il punto sullo stato dell’arte delle conoscenze nel campo della incontinenza fecale.

Dr Beatrice Salvioli
Dipartimento di Medicina Interna e Gastroenterologia
Università degli Studi di Bologna
Policlinico S.Orsola-Malpighi

14/07/2006
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