Edita dalla Piccin, vede la luce l’ultima opera di Mario Pescatori, una sorta di summa di una lunga vita professionale spesa ad indagare, praticare e divulgare la colonproctologia.
L’ecografia è una tecnologia diagnostica non invasiva operatore-dipendente, basata sulla trasmissione di onde ultrasonore ad alta frequenza attraverso il mezzo dato dai tessuti umani. La rielaborazione degli echi consente immagini digitali. Gli ultrasuoni utilizzati hanno frequenza compresa tra 2 e 20 MHz. Si possono ottenere diverse rappresentazioni delle strutture tissutali oggetto di esame, a seconda delle elaborazioni effettuate sul segnale in uscita dalla sonda ecografica, di solito in tempo reale: le onde sono emesse e raccolte in direzioni diverse e in sequenza, in modo da poter associare ad ogni istante una direzione, per ottenere un’immagine in tempo reale di tutto il campo di osservazione. La maggior parte degli ecografi attuali opera in questo modo. Le elaborazioni includono: a) A-Mode Amplitude = modulazione di ampiezza; b) B-Mode ingl. Brightness Mode = modulazione in chiarificazione con una scala di grigi, dove i pixel luminosi rappresentano echi forti, quelli più scuri gli echi più deboli, c) la possibilità di sovrapporre i colori rosso e blu quando è associato un sistema Doppler, rispetto al quale sono possibili due modalità: Color Doppler (si hanno informazioni sulla velocità media del mezzo – adatto per un volume di studio ampio) e Gated Doppler (si ottiene lo spettro di tutte le velocità presenti nel mezzo, con la visualizzazione della loro importanza – questo modo è adatto per uno studio su un particolare). Nella modalità Doppler, il sistema fornisce normalmente anche un segnale udibile che simula il flusso del sangue; si tratta comunque di un segnale virtuale che non esiste, utilizzato solo per comodità (si può conoscere quanto riprodotto sul monitor anche senza guardarlo); d) 3D, la tecnica tridimensionale, che a differenza dell’immagine bidimensionale, è basata sull’acquisizione di un “volume” di tessuto esaminato. Il volume da studiare viene acquisito e digitalizzato in frazioni di secondo, dopo di che può essere successivamente esaminato sia in bidimensionale, con l’esame di infinite “fette” del campione (sui tre assi x, y e z), che in rappresentazione volumetrica, con l’immagine ricostruita in prospettiva del tessuto od organo da studiare, che appare sul monitor come un solido, e può essere fatto ruotare sui propri tre assi. In tal modo si evidenzia con particolare chiarezza e facilitazione il suo reale aspetto fisico, nello spazio. Su quest’ultima tecnica si basano le attuali ecografie endo-anorettali con maggiori capacità diagnostiche.
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Dott.ssa Paola De Nardi
Rubrica diretta a quanti volessero porre dei quesiti al Presidente SICCR, Dott.ssa Paola De Nardi.